Una festa campagnola in un castello nei dintorni di Gabbiana con la giovane domestica del conte trovata impiccata in cantina.

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Incipit

Aveva risposto sì, quasi distratta, a quell’invito. Al castello di San Rocco.

Un invito ufficiale per il 16 agosto. Tanto, quell’anno, aveva già stabilito di trascorrere le ferie in Lunigiana. Fatto salvo qualche giorno a Siena da papà e mamma. E una settimana a Forte dei Marmi. Comunque nei paraggi o quasi.

L’invito era di quelli raffinati, in carta pergamena, scritto in corsivo inglese e con la firma a mano, con inchiostro di stilografica.

“La S.V. illustrissima è invitata alla rocca del castello di San Rocco per il prossimo 16 agosto. Il programma prevede alle ore 17 celebrazione eucaristica nell’oratorio di San Rocco, presieduta da S.E. Mons. Alessandro Debenedetti, Vescovo di Gabbiana. Seguirà cena rustica nel parco del castello con concerto di archi del quartetto Dresdnerquartet, musiche di Mozart e Beethoven.

Conte Alessandro Severo Cybo Canella

RSVP.”

Andare o non andare? Sì, aveva confermato la sua presenza. Anche Colamonici le aveva assicurato che sarebbe venuto. Tanto si trovava a Lerici in vacanza, questione tre quarti d’ora di macchina. Avrebbe portato la famiglia.

Era una consuetudine istituita dal conte, o forse una tradizione ripresa, quindici anni prima.

C’erano i carabinieri, c’era il sindaco, il prefetto di Gabbiana… poco alla volta la festa di San Rocco si era trasformata in un appuntamento unico.