Per Riccardo Sestri arriva, inaspettato, il verdetto. Ha solo 4 mesi di vita davanti. Glielo dice con grande franchezza l’amico medico Salvatore Delogu.

Incomincia a rivivere la tragedia di Sofocle Filottete, sia nella vita, sia sulla scena, grazie a un amico che vuole riprendere le esperienze teatrali di 30 anni prima. Il tutto con il tentativo, da parte di alcuni volponi, di mettere le mani su un suo tesoro di cui Riccardo ignorava l’esistenza…

Incipit

“Non ci girerò tanto attorno, Riccardo. Credo che tu debba conoscere la verità” esclamò il medico, sollevando il telefono dalla scrivania. Rimase un attimo in attesa. Poi si udì una voce di donna rispondere dall’altro capo.

“Dica, dottore”.

“Elisa, può portare la cartella del dottor Sestri?”.

“Quale verità?” rispose Riccardo, cercando di mostrarsi meno apprensivo di quanto non fosse.

Salvatore fece cenno di pazientare con la mano. Dopo qualche istante sentirono bussare alla porta dell’ambulatorio.

“Avanti!” pronunciò il medico con tono imperioso “entri pure, Elisa”.

Gli occhi di Riccardo s’incontrarono con quelli della donna appena entrata. Era una signora all’apparenza sua coetanea, una cinquantenne, sebbene dagli anni mal portati, come dimostravano la dentatura annerita, probabilmente a causa del fumo, i capelli color biondo cenere, che di certo non vedevano un parrucchiere da diversi mesi, raccolti in una coda. La pelle non rifletteva più la luce, minuscole rughe segnavano il volto, specialmente intorno agli occhi e alle labbra. Quasi una cinquantenne di una volta, di quelle nonne della sua infanzia, quando cinquant’anni erano percepiti già come vecchiaia.

Solo gli occhi mostravano una passata bellezza, e avevano un’intensità nello sguardo che testimoniava una vita e un carattere non indifferente. Occhi verdi, magnetici, che fatichi a dimenticare.

Per un attimo Riccardo dimenticò le parole minacciose di Salvatore. Proprio in quel momento il cellulare dell’amico medico squillò. Doveva essere una telefonata importante: il dottor Delogu, facendo un gesto con un dito per chiedere un minuto, si alzò dalla scrivania e abbandonò l’ambulatorio per pochi istanti.

Gli occhi di Riccardo s’incontrarono con quelli della assistente del medico. Questa lo fissò a sua volta.

“Non dire niente. Non devi dire assolutamente niente, non fare nessun genere di commento” esclamò, con un tono determinato e con un sorriso imperioso.

Riccardo era rimasto interdetto. Quegli occhi… quegli occhi gli dicevano qualcosa, ma era incerto. Poi ebbe l’illuminazione.

“Non mi riconosci, vero?” gli chiese.

Elisa… era Elisa.

“Elisa, come no, come potrei averti dimenticata?” le mentì.

Fortunatamente Delogu rientrò in quel momento, togliendo Riccardo dall’imbarazzo.

“Scusate, era urgente. Riccardo, ti presento Elisa Manna, la mia caposala e mio braccio destro. Elisa, il dottor Sestri, mio carissimo amico. Grazie, può andare”.