La favola di un cavaliere errante incontra una principessa e se ne innamora. La vede rinchiusa in una torre, e capisce che è all’inizio delle peripezie.

Tante fate dai nomi strani lo accompagnano fino al momento in cui troverà la sua città distrutta. Cercherà i suoi amici e con loro la ricostruirà. cercherà anche, nelle acque del lago Delmioc, una risposta ai suoi quesiti sulla principessa, per il cui ricordo si strugge.

Alla fine dovrà duellare con il drago. Non ci sarà un solo finale, ma tre…

Incipit

C’era una volta una principessa, una bellissima principessa. Viveva rinchiusa in una torre, costruita con pietre robuste. Per di più questa torre era stata innalzata sopra un picco impervio.

La nostra storia non narra, all’inizio, se la principessa fosse stata rinchiusa in quella torre da qualche persona malvagia, se fosse vittima di un sortilegio da parte di un mago cattivo o di una perfida strega, oppure se avesse scelto lei stessa di eleggere a propria dimora quella torre così inaccessibile: dice solo, la nostra storia, che la principessa viveva là.

C’era pure un cavaliere che vagava in una landa poco lontana da quel picco. Questo cavaliere non comprendeva bene il motivo del suo errare senza scopo. Il suo vagabondaggio, infatti, era soprattutto teso a evitare le numerose trappole che incontrava lungo il suo percorso. Non era felice, perché, pensava, la meta di un cavaliere non può essere soltanto quella di evitare le insidie e scansare gli ostacoli.

Il cavaliere aveva lasciato il suo castello.

Un giorno gli accadde di alzare gli occhi al cielo, passando poco distante dal picco sul quale era costruita la torre. Fatalità volle che la principessa, in quel momento, si fosse affacciata alla finestra. Infatti era primavera, e la natura esplodeva in mille colori e mille fragranze; la principessa si era sporta proprio per annusare i profumi e ammirare i colori vivaci che puntellavano il tenero verde dell’erba.

Benché la torre fosse lontana, il cavaliere vide gli occhi della principessa, e ne restò abbagliato. Erano lontani, ma lui ne aveva colta l’infinita bellezza. Non solo: quegli occhi, che non aveva mai visto prima, gli fecero scorgere il cuore della principessa. E intravide un cuore meraviglioso, l’unico che facesse davvero battere il suo. L’unico, pensò subito, per il quale valesse la pena di vivere e combattere. Non aveva mai provato nulla di simile, nella sua vita, prima di quel momento.

Allora, meditò, forse c’era un motivo per vagare in quella landa piena di insidie. Decise quindi di muovere alla volta del picco per raggiungere la principessa. Sapeva che era un picco altissimo, e inerpicarvisi non era impresa facile; era possibile precipitare a terra, durante l’arrampicata. E poi sapeva pure questo: una volta raggiunta la sommità del picco c’era ancora la torre: e questa sembrava davvero inespugnabile. Infine si chiedeva se la principessa, una volta oltrepassate tutte queste imprese, avrebbe voluto seguirlo. Tuttavia la gioia che aveva provato gli aveva fatto sembrare ogni ostacolo come superabile.

Però non sapeva, il cavaliere, che quelli sarebbero stati problemi da affrontare solo in un momento successivo. Infatti, intrapresa con decisione la direzione del picco, s’imbatté in una terribile sorpresa. Un drago mostruoso gli si fece incontro, sputando fuoco e fiamme. Il cavaliere subito ne ebbe timore, perché il drago sembrava proprio terrificante e minaccioso. Però nel suo cuore scintillarono gli occhi meravigliosi della principessa, e il cuore che aveva visto attraverso quegli occhi: la paura lo abbandonò.

Sguainò la spada e mosse verso il drago. Alle spalle del mostro poteva vedere il picco, la torre, e, alla finestra, gli occhi della principessa.

“Principessa! Principessa!” le urlò, con quanto fiato aveva in gola “continua a volgere i tuoi occhi meravigliosi su di me… mi daranno la forza per sconfiggere il drago!”.

La principessa gli sorrise.