Acquista su Amazon

Acquista su IBS

 

 

All’arrivo a Gabbiana come sostituto procuratore della Repubblica Daniela si imbatte nel primo caso. In apparenza una sedicenne si è gettata da un ponte. Ma Daniela non ne è convinta. Scopre un retroterra di balordi e fra quelli indaga. Anche uno dei balordi cade dallo stesso ponte.

(60.167 parole)

 

Incipit

Si era già pentita del tacco dodici.

I viottoli del centro storico di Gabbiana erano tutti in acciottolato. Di certo graziosi, pittoreschi, ma più adatti a scarpe da tennis.

Aveva scelto con cura il look per l’esordio in Lunigiana: tailleur blu, camicetta scollata, giro di perle, caschetto corvino, rossetto aggressivo, calza nera. Guardandosi allo specchio le era sembrato di vedere la controfigura di Valentina, quella di Crepax.

Si sentiva delusa. Forse perché era domenica pomeriggio, e la domenica pomeriggio è triste per definizione. Forse per quella pioggerellina: non era né pioggia né nebbia. Forse per quel fine aprile così umido; le foglioline verde tenero degli alberi facevano contrasto con il grigio, proprio per questo ancora più grigio.

Ma a scocciarla di più era stato il comportamento del suo fidanzato quasi d’argento. Così definiva Silvano, dopo ventun anni di fidanzamento. Cominciare a quindici anni, passare con lui a fianco il liceo, l’università, il concorso per la magistratura… anche i primi incarichi fuori Siena erano stati abbastanza vicini: quel tanto da permetterle di rientrare i fine settimana. Ancora quattro anni e sarebbero stati fidanzati d’argento. Lo pensava con autoironia. Certo, a trentasei anni non poteva dirsi vecchia; certo, poteva ancora avere figli; certo, c’era tempo per sposarsi… ma Silvano aveva voglia di sposarsi?