Protagonista un’anziana signora ricca ma che vive da miserabile, trovata sgozzata nella sua povera abitazione. Il primo sospettato è un egiziano che abita alla porta accanto.

(43.562 parole)

 

Incipit

Avere nei suoi registri, sia pure come testimoni, il suo caro amico, il professor Nicola Di Prinzio, e sua moglie Isabella, era stata una grande sorpresa per lei. Non che le fosse caduto addosso, non che glielo avessero portato. Era stata lei a doverli inserire.

Le dispiaceva? No. Non c’erano ragioni. Era imbarazzata? Oh, certo, tantissimo. A partire dalle formalità. Avrebbe potuto continuare a usare il tu, oppure si sarebbero dovuti trattare in lei?

Sciocchezze, pensava. Poteva tranquillamente usare il lei nelle audizioni ufficiali, mantenendo il tu nel privato. Per il rispetto delle forme. Però… si grattò il capo con i polpastrelli delle dita. Avrebbe potuto, in questa fase delicata, frequentarlo?

Sì, erano tante le domande. Non tutte dalla facile risposta.

 

Il fatto era questo. Quando avevano trovato il corpo senza vita della povera Adelgarda (che nomi andavano a trovare da queste parti!), e l’avevano chiamata per il sopralluogo, aveva subito riconosciuto la strada. Il delitto era avvenuto a un tiro di schioppo dalla casa di Nicola e Isabella. Forse meno.

Una vecchia casa abbarbicata su un costone. La strada comunale divideva abitazione da area cortiliva. Qui c’era un po’ di spazio per le auto, un pollaio, un orto, le gabbie dei conigli, il tutto recintato con una rete metallica arrugginita, tenuta su da malandati pali di legno, tutt’altro che dritti. Non era neanche uno spazio piccolo, ma sembrava il regno del disordine, il caos, la disarmonia.