Una favola attraverso un mondo fantastico e fatato, con viaggi sulla luna, nei cunicoli della terra, in America in treno, campi di mais da attraversare e una cantina che contiene strani liquori.

Il tutto per raggiungere la meravigliosa terra di Agape in compagnia di un pellegrino misterioso, e con la grande paura di schiantarsi contro la terra

Incipit

Sul cocuzzolo della montagna si trovava un piccolo altopiano. Era ben custodito e circondato da una corona di picchi, che lo proteggevano dalle insidie dell’esterno. Lui viveva lì, con alcuni amici, che condividevano diverse abitudini della sua esistenza. La sua era la migliore delle esistenze possibili, e aveva trovato il migliore dei posti possibili, e gli amici che aveva erano i migliori degli amici possibili.

Accanto alla sua casa, là, in quel posto meraviglioso, aveva creato altre case per loro. Lei era una di loro. Lei non voleva abitare in quella casa che lui aveva preparato per lei, e un giorno se ne andò. Scese dal cocuzzolo, attraverso la mulattiera stretta e quasi impraticabile che lo congiungeva al resto del mondo.

Era tanto stretta e impraticabile che lui neppure pensava di scendere per quella strada: la sola idea gli sembrava stupida e insensata.

Non capiva perché lei lo avesse fatto, stupida bambina. Non riusciva davvero ad accettarlo. Non la condannava, perché le voleva bene: soltanto la riteneva immatura o dissennata. Non c’erano altre spiegazioni.

Lei si costruì una casa.

La casa che lei si era costruita non era granché, pensava lei, laggiù, sotto il monte: però era la sua casa. Tante cose le davano fastidio, perché, ripensandoci, avrebbe voluto un secondo bagno, e avrebbe fatto la stanza da letto un po’ più larga, e il salotto un po’ più spazioso, e la cucina più luminosa. Ma mentre la stava costruendo forse non aveva immaginato che le sarebbero serviti spazi più grandi.

Intorno alla casa però c’era un bel giardino: era vero che poteva goderlo soltanto nei momenti più caldi e soleggiati, e che con il freddo doveva starsene chiusa nella sua casa troppo spesso troppo stretta. Però, pensava ancora, è la mia casa, non è perfetta, ho bisogno di tanto, forse un giorno potrò ingrandirla un po’. Ma non era quello il suo problema più grande.

Ciò che l’assillava davvero era il pensiero di lui.

Così un giorno salì sul monte. Era una scarpinata molto dura. Però il desiderio di rivederlo era grandissimo.

Lui l’accolse nella sua bella casa: le dimensioni erano grandi, e l’ordine regnava sovrano. Ogni mobile, ogni argento, ogni quadro, tutto era perfetto.